UN VIAGGIO MAGICO dal bronzo allo strumento musicale Da epoche lontane, da almeno 4000 anni prima di Cristo, giunge fino a noi la lega che porta il nome di bronzo. 80 parti di rame e 20 parti di stagno, più l’argento presente come impurità nello stesso stagno. Ecco svelato il “segreto” del bronzo B20, la stessa lega di bronzo che da sempre viene usata per la costruzione delle campane. La lega viene creata in un crogiolo. Il processo di fusione viene seguito da artigiani esperti che valutano attentamente temperatura e grado di liquidità della lega fino al punto in cui, con l’ausilio di lunghi cucchiai di grafite, il metallo viene prelevato dal crogiolo pronto per essere versato nelle forme utilizzate, in esclusiva, da UFIP . Il processo, detto “rotocasting”, viene compiuto grazie a queste forme rotanti brevettate da Mariano Zanchi e dai suoi fratelli negli anni settanta, forme che ruotano a circa 1.000 giri al minuto. La rotazione spinge per forza centrifuga le impurità, sempre presenti durante i processi di fusione, verso la superfice esterna del piatto, da cui vengono poi eliminate tramite tornitura. In alcune linee UFIP, Natural e Bionic in particolare, “le impurità superficiali vengono conservate, in parte o integralmente, e costituiscono parte integrante nella formazione del timbro di questi piatti”. Il bronzo ottenuto tramite rotocasting presenta una struttura molecolare più compatta, priva delle microcavità che presenta la tradizionale fusione a gravità, questo garantisce maggior durata dello strumento nel tempo e una naturale tendenza a migliorare le proprie qualità sonore man mano che lo strumento viene suonato. Non appena il piatto, estratto dalla forma, si è raffreddato viene praticato il foro nella coppa. Il piatto viene preparato per la ricottura, o tempera, con una particolare copertura protettiva in argilla. Portato in forno a 700 gradi il piatto viene ruotato ed inizia ad acquisire un primo abbozzo di scampanatura. Dopo essere stato raffreddato bruscamente, in acqua di falda, il piatto viene decappato tramite un getto d’acqua ad alta pressione che asporta completamente l’argilla che lo ricopriva. Una prima tornitura toglie la “buccia” inferiore per tutte le serie e superiore solo per le serie che lo prevedono. Tramite questa lavorazione il piatto viene portato al peso ed allo spessore prestabiliti. Il piatto viene ora portato in martellatura ove, tramite appositi magli, il metallo acquista consistenza e compattezza. Durante questa fase il piatto acquista la sua forma finale e la sua scampanatura definitiva. Il suono del piatto viene definito, creato e rifinito in questa fase. Tutte le lavorazioni di fino vengono eseguite a mano. Solo grazie al continuo rapporto tra artigiano e strumento si può ottenere l’altissima qualità che contraddistingue i prodotti della casa pistoiese. La tornitura finale asporta strati sottilissimi di metallo dando al piatto il peso esatto e l’aspetto estetico proprio della sua serie di appartenenza. In un apposito magazzino i piatti vengono lasciati a riposare per un periodo di almeno due mesi. Passato questo periodo si controlla il suono individuale di ciascun piatto. I piatti “promossi” passano in serigrafia e vengono selezionati per peso (heavy, medium, light), gli altri, quelli scartati, ritornano in fonderia. Ora i piatti sono pronti per raggiungere il vostro negozio preferito e attendono solo di essere suonati e trattati con tutta la cura che un materiale così nobile ed antico prevede. Suonateli e li sentirete crescere insieme a voi.